Prodotti 

Come riconoscere un prodotto alimentare di qualità: ecco a cosa prestare attenzione

Quando facciamo la spesa, al supermercato, dal bottegaio o dal nostro rivenditore di fiducia per dei prodotti alimentari di qualità, la cosa che ci interessa di più è che quello che porteremo sulle nostre tavole sia davvero genuino e che la pubblicità corrisponda al vero. Cosa però ci garantisce che quella qualità sia effettiva? Come facciamo, cioè, a sapere che ciò che mangeremo sia davvero stato prodotto nel rispetto di alcuni parametri che garantiscono la nostra salute? Ecco un piccolo vademecum per capirlo.

Regola numero uno: imparare a leggere l’etichetta

 In realtà il consumatore possiede uno strumento importantissimo nelle sue mani: l’etichetta. Questa sorta di certificato apposto su ogni prodotto alimentare che vediamo in vendita è obbligatorio per legge già da molti anni, in quanto l’etichettatura degli alimenti messi in commercio è normata dal giugno del 2003, con il decreto legislativo n.181, seguendo le indicazioni della direttiva comunitaria del 2000. Successivamente c’è stato il Regolamento Ue 1169 del 2011 che ha aggiornato le norme sulle informazioni per gli alimenti e per tutelare la salute dei consumatori. Nel settembre del 2017, inoltre, con il Decreto Legislativo 145 si sono aggiunti altri obblighi da inserire in etichetta.

Quali informazioni devono essere contenute per legge in etichetta

 Esistono delle informazioni che devono essere contenute per legge sulle etichette degli alimenti, pena anche gravi sanzioni per l’azienda produttrice. Le etichette possono essere apposte direttamente sul prodotto se si tratta di alimenti preconfezionati, apposti sulla confezione o sul sacchetto nel caso di alimenti sfusi (ad esempio il pane fresco, latticini ed insaccati acquistati al banco, etc.) oppure in un cartello esposto a tutti (come accade per i cibi della gastronomia o per le pasticcerie). Vediamo ora in dettaglio quali sono queste informazioni.

  1. Il nome del prodotto e, in caso di nome di fantasia, la denominazione dell’alimento;
  2. Nome e ragione sociale dell’azienda che produce il prodotto, con stabilimento di produzione e luogo di confezionamento e preparazione. Numero di lotto di fabbricazione e produzione. In caso di affidamento di produzione ad altra azienda va indicato (“Prodotto e confezionato per conto di…”);
  3. L’elenco degli ingredienti in ordine di quantità decrescente, cioè prima l’ingrediente presente in maggioranza. All’interno di questo elenco vanno indicati gli additivi se presenti (addensanti, agenti di rivestimento, aromi naturali e non, coloranti, conservanti, emulsionanti, esaltatori di sapidità, gelificanti, stabilizzanti) oltre alle fibre, ai sali e agli allergeni, compreso il glutine. Questi ultimi vanno evidenziati in grassetto, con una dicitura sugli ingredienti presenti all’interno dello stabilimento;
  4. Quando si incontra la dicitura “Può contenere tracce di” significa infatti che anche se l’ingrediente non è presente nel prodotto si trova nello stabilimento, e quindi l’alimento potrebbe esserne stato contaminato. Va indicata anche la percentuale dell’ingrediente principale di un alimento (cacao al 72%, ad esempio);
  5. Nel caso degli ingredienti composti, cioè a loro volta costituiti da altri ingredienti, questi ultimi vanno riportati tra parentesi quadre. In etichetta vanno riportati anche eventuali oli e grassi vegetali, di che tipo sono (palma, girasole, colza, etc.) e se sono idrogenati oppure no;
  6. Va indicata la presenza di eventuali Organismi Geneticamente Modificati (OGM), in particolare quando si tratta di mais.
  7. Tabella con dichiarazione nutrizionale;
  8. Tasso alcoolometrico, in caso di prodotti che contengono alcool;
  9. Quanto pesa il prodotto, sia con la confezione che in peso netto, anche peso del prodotto denocciolato o senza liquido di governo (come nel caso dello scatolame);
  10. La data di scadenza ed il termine minimo di conservazione. “Scade entro”, “Da consumare preferibilmente entro” e “Una volta aperto consumare in tot giorni”.
  11. Norme di conservazione dell’alimento.

Potrebbe interessarti anche